SEO: Ottimizzazione per i motori di ricerca

Eugenio Tommasi

L’ottimizzazione (motori di ricerca), chiamata anche seo: che cos’è e come usarla

La seo è un’arte. La seo è ottimizzazione. Quello che viene espresso con il termine seo è qualcosa di più di quello che ci si può immaginare. Molti pensano che sia posizionamento, che quello che viene fatto grazie alla Search Engine Optimization è soltanto far arrivare un sito  in prima pagina di Google per le search queries degli utenti. La seo e’ spesso chiamata anche ottimizzazione per i motori di ricerca(letteralmente).

Ma la seo è davvero soltanto questo? Cerchiamo di capirlo.

1. seo significa ottimizzazione per i motori di ricerca.
2. La Link Building
3. I Contenuti
4. User Experience
5. Visibilità seo
6. Ottimizzazione seo e Conversioni

seo significa Ottimizzazione (del sito) per i motori di ricerca

 

Ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca

 

S.E.O. significa ottimizzare un sito web per farlo trovare più facilmente dai motori di ricerca. Ovviamente la seo non fa miracoli. Questo significa che se un sito è spoglio come un albero in autunno (o inverno) sarà difficile farlo posizionare in SERP (search engines results pages). 

Vi chiederete perché. Beh, un sito ha bisogno di contenuti per essere indicizzato. Se un sito non ha i contenuti, ovviamente Google & Compagnia bella non hanno parole da far catturare ai loro robot (googlebot per Google) e far inserire tali parole nel loro indice immenso di pagine web. Allora, se una pagina non ha abbastanza contenuti, è difficile che si posizioni. Un seo ha quindi il compito di analizzare i contenuti della pagina e scoprire come fare a sistemare questi contenuti per indicizzare meglio le pagine.

Il problema nasce quando il cliente ti dice che la pagina non si può toccare, che deve rimanere così com’è. Da una parte, si può capire anche il cliente, che se magari ha una pagina di un e-commerce in cui vende borsette, e questa pagina ha soltanto immagini dei prodotti, e nessun contenuto se non qualche parola, se il design del sito richiede una struttura del genere, è plausibile che il cliente non voglia modificare la pagina.

A questo punto è il seo che deve mettersi sotto ed ingegnarsi di creatività e olio di gomito per cercare di trovare strade alternative per posizionare la pagina del cliente in top 10. Come fare? Beh, qualcosa viene in aiuto a i nostri amici seo.

Questo qualcosa sono pagine correlate, semantica e links. Come spiegato da Google  “la seo va presa con le pinze” ovvero è necessario seguire ogni singolo accorgimento per migliorare la pagina per gli utenti.

seo ottimizzazipne motori di ricerca

Tutto ciò porta ad una sola conclusione: ovvero che non ci sono soltanto i contenuti da tenere in considerazione, ma molti altri fattori. Questi fattori per il posizionamento, che possono essere svariati (si pensi che Google ha oltre 200 fattori tra i suoi algoritmi per determinare la priorità di una pagina rispetto ad un altra in base alle ricerche e parole chiave degli utenti) includono la struttura ed architettura del sito web. Tale aspetto è fondamentale. Includono anche qualità e quantità di link che il sito riceve da siti esterni. Così come includono la velocità del sito web, l’esperienza degli utenti (se c’è una elevata frequenza di rimbalzo, ad esempio, o come gli utenti interagiscono con le pagine del sito) e molti altri fattori di posizionamento.

Ecco quindi spiegato come un seo può eludere il problema dell’impossibilità di modificare una pagina, agendo su altri fattori. Se questo non dovesse essere sufficiente, beh, ci sono ancora molti altri fattori da prendere in considerazione.

 

Link building VS link earning

 

C’è chi dice che i link non servano più, altri che confermano come ancora sia importante fare link building (tra cui Matt Cutts di Google). La mia opinione è che i link restano importanti, che i social non sostituiscono link da siti autorevoli, soprattutto se dofollow, e che è necessario che ogni sito web che vuole essere ottimizzato per i motori di ricerca abbia con se una buona fetta di spazio dedicato ai link e alla link building (o come oggi preferiscono chiamarla gli esperti seo, “link earning“, che fa più figo – anzi, per me resta più figo dire link building).

In qualsiasi modo si voglia chiamare, seo e link building sono come pappa e ciccia, franco e ciccio, sono inevitabilmente legati l’una all’altro. Quindi, come fare link building?

tecniche-seo-link-building

Beh, già lo spiego nel mio blog tecniche seo, ma per chi volesse un breve refresh, ecco come fare:

1. siti di social networking (è utile ottenere dei link dalle community sui diversi social network – nonostante tutti come pecore continuino a dire che la seo si sia trasformata in Social Media Optimization, immagino che non sappiano nemmeno loro di cosa stanno parlando).

2. siti dove è possibile iscriversi e creare un account (con link al proprio sito web). Ottima risorsa, che permette di ottenere link dofollow di buona qualità (più il sito è autorevole, meglio è). Un esempio tra tanti è Pinterest, dove iscrivendosi è possibile lasciare un link al proprio sito web.

3. Commenti a forum e blog. Restano un ottimo metodo per racimolare qualche link (ovviamente se utilizzati con criterio commentando seriamente per portare valore aggiunto alla discussione).

Esistono una miriade di altri modi per ottenere links e backlinks. Ma mi sono soffermato sui più comuni, almeno in questa pagina. Sul blog puoi trovare altri consigli e spunti interessanti, oltre che tecniche seo utili per fare link building e altre strategie seo.

I Contenuti AKA “e mo che altro scrivo?” Il vuoto dell’ottimizzatore seo

 

I contenuti del sito

 

L’angoscia di trovare contenuti interessanti per il sito del cliente resta sempre un comune punto d’incontro per i seo di ogni sito web. E’ difficile scrivere buoni contenuti. Tutto parte da una ricerca. Una ricerca? Proprio così: cercare le parole chiave, sinonimi e contrari, e tutto ciò che sia di rilevanza per l’utente, ciò che gli utenti online cercano, resta la parte più importante di una strategia sui contenuti (o content strategy).

content marketing

Esistono diversi modi e strumenti seo per ricercare parole chiave, uno tra tanti il Keyword Planner di Adwords (basta creare un account se non si ha già, impostare le preferenze, quindi senza creare una campagna andare direttamente in alto dove c’è lo strumento di pianificazione delle parole chiave grazie al quale è  possibile trovare idee e suggerimenti utili alla propria campagna seo e/o Web Marketing).

Ci sono diversi esperti e consulenti seo, o seo specialist dei più vari generi, che parlano dell’inutilità oggi di utilizzare strumenti quali il Keyword Planner, almeno dopo la rivoluzione di Hummingbird (il colibrì di Google) ed i successivi updates del motore di ricerca colosso mondiale. In parte hanno ragione: alcuni affermano infatti, a ragione, che le stime di ricerca fornite da Google Adwords per determinate parole chiave non sono reali, e quindi non da prendere in considerazione.

Questo è in parte vero, in quanto tali stime forniscono soltanto una stima delle ricerche effettuate per una determinata parola chiave (esempio “seo”, con 14 000 ricerche mensili circa).  Però non prendono in considerazione tutte le ricerche e query laterali che vengono effettuate dagli utenti, e per le quali una pagina potrebbe comunque essere posizionata (ad esempio “cosa vuol dire fare seo oggi“) volendo invece magari posizionarsi soltanto per la parola chiave “seo”.

Quindi, vedendo il numero di ricerche mensili date per una determinata parola chiave (ovviamente numero stimato) non è detto che tale parola chiave porti ad altre combinazioni semantiche che posizionino il sito anche per altre parole e ricerche effettuate dagli utenti.

Questa è quindi un’altro importante fattore da tenere presente quando si vogliono scrivere contenuti seo friendly da far salire di posizione su Google Search.

User Experience (l’esperienza dell’utente sul sito)

 

L’esperienza dell’utente (UX, o User Experience)

 

Il tuo sito è user friendly? E’ abbastanza veloce, semplice di comprensione per un utente medio, con una struttura intuitiva e che con semplicità riporta a tutte le pagine importanti del sito? Quando l’utente approda sul tuo sito dopo una navigata nelle acque agitate dell’oceano del web, approda su di un’isola sicura sulla quale potersi ristorare? Sulla quale poter finalmente prendere una boccata d’aria e osservare qualche contenuto interessante? Oppure quando arriva sul tuo sito l’utente medio non ci capisce niente e con un click se ne va subito via (AKA Bounce Rate)?

Questa è un’immagine di aumento di traffico  da zero a 3000 utenti a settimana, in un mese e mezzo di attività.

Panoramica del pubblico Google Analytics

Questa è la prima domanda che un webmaster o un seo deve porsi quando analizza un sito web per cercare di ottimizzarlo e farlo salire in classifica.

Una risposta ce la può fornire Google Analytics, che ci permette di conoscere la bounce rate (in italiano frequenza di rimbalzo) dell’intero sito oppure soltanto di singole aree del sito stesso (quali pagine, categorie etc.)

Avendo questo dato in mano, conoscendo il percorso dell’utente (su che pagina approda, quanto tempo vi resta, qual è l’azione che compie successivamente, fa click su un’altra pagina del sito oppure esce subito, etc.) è possibile stabilire se e perché scappa via dal sito a gambe levate, e in caso affermativo trovare una soluzione che possa risolvere il problema del rimbalzo.

Ovviamente ogni sito ha i suoi problemi, e quindi è difficile stabilire perché l’utente intraprende un percorso piuttosto che un altro se non si conoscono nel dettaglio il sito, le statistiche analytics e le problematiche che si presentano di volta in volta e per singolo sito.

Una volta individuate è possibile ricorrere ai ripari. Ecco alcune soluzioni per risolvere il problema della bounce rate:

1. Rendere il sito più user friendly (ovvero più semplice e coinvolgente, in modo da aumentare l’engagement).

2. Rendere il sito più veloce (questo punto verrà visto in seguito).

3. Migliorare i contenuti e i link interni, quindi la struttura dell’intero sito.

Visibilità sui motori di ricerca

La prima pagina è ciò che ogni seo che si rispetti più ambisce. Anzi, più della visibilità sui motori di ricerca, una tra le prime 3 posizioni del podio, in quanto sono queste che generano la maggior parte dei click e delle visite, nonché delle conversioni.

Ma come si fa ad arrivare in top10 e poi alle prime 3 posizioni? Eh, bella domanda! Lo sapessi, potrei davvero chiamarmi anch’io seo Specialist. Ma ancora non ho trovato la formula segreta e la ricetta segreta utilizzata per piazzarsi in top 3. Ricetta segreta??? Ebbene si, perché proprio come la coca-cola, anche google-bot ha una sua ricetta segreta per scansionare e indicizzare le pagine. Beh, ciò non stupisce. Se si sapesse la ricetta, sarebbe possibile replicarla fregando milioni di dollari a Google. Quindi il buon vecchio ed astuto googlebot si mantiene la sua bella ricetta segreta per non farla rubare a nessuno.

L’unica cosa che posso confermare con certezza, è che ci vuole tanto olio di gomito, oltre che un buon vocabolario delle lingua italiana (o inglese o di qualsiasi parte del mondo in cui ci si trovi e per la quale ci si voglia posizionare) e tanti buoni cari e vecchi backlinks che rimandino al nostro bel sito. Ecco come migliorare la propria posizione nelle SERP della seo in Italia.

Questo è tutto quel che so, per maggiori informazioni puoi invece contattarmi e richiedermi una consulenza seo (non sono caro, anzi fin troppo economico, garantito 🙂 ).

Ottimizzazione seo, traffico organico, conversioni e vendite

 

Le conversioni e le vendite

 

Ebbene si. Una volta che il sito web da ottimizzare e posizionare arriva in top10, per esempio per la parola tanto ambita da chi lavora nel campo del web marketing e del mondo digitale “seo” (14000 ricerche mensili, mica bruscolini), beh, le conversioni arrivano.

Certo, per quella query in particolare, S.E.O. (che poi da gli stessi risultati di seo, come se google non capisse bene la differenza tra un acronimo a puntato ed uno non a puntato, differenza tra l’altro inesistente se si parla dello stesso acronimo, quindi bravo google!) le ottimizzazioni seo potrebbero non essere poi tante. Cosa che (spesso ma non sempre) accade per le parole e query generiche. Ma perché? Prima di tutto è bene analizzare e capire cosa significhi  ottimizzazione.

Una volta stabiliti degli obiettivi per il proprio sito (ad esempio che il cliente arrivi alla pagina contatti seo, oppure che si iscriva alla newsletter seo, oppure ancora che effettui un acquistoconvertire un utente che viene a visitare il nostro sito significa che l’utente compie l’azione desiderata e rende tutti felici e contenti.

Una volta capito cosa vuole dire conversioni e ottimizzazione seoè quindi più semplice capire come mai alcune parole più generiche convertano meno rispetto ad altre molto meno generiche ma con finalità di acquisto precise.

risultati seo

Ad esempio, se io offro servizi seo e sono delineato come consulente seo, è più facile che un utente che cerca tali parole chiave stia cercando proprio qualcuno che offra questo tipo di servizi e che possa quindi posizionare il proprio sito web. Ora è facile capire come invece chi cerchi la parola chiave generica seo stia magari cercando qualcuno che offre questi servizi, ma, anche questo è probabile, non stia cercando questi servizi bensì una definizione di seo piuttosto che informazioni generali sulla seo.

Ci si rende quindi conto (anche se il mio esempio è abbastanza estremo) come la parola chiave consulente seo possa teoricamente convertire di più anche soltanto con le 580 ricerche medie mensili, piuttosto che la chiave secca seo  che nonostante le 14000 ricerche mensili potrebbe avere tra queste una percentuale di utenti per niente interessati a pagare un consulente seo per il proprio sito, ma piuttosto a cercare particolari informazioni in relazione alla seo. 

Ecco, questa è l’importanza di richiedere un preventivo seo personalizzato in base alle proprie esigenze. Da qui è possibile richiedere il tuo preventivo seo come una stima dettagliata dei costi seo che si andranno a spendere per il progetto di ottimizzazione sui motori di ricerca.

12 Comments

  1. Pingback: Gregory Smith
  2. Ottimo articolo! Aggiungo un piccolo consiglio per tutti quelli che usano WordPress: il plugin WordPress Seo by Yoast è molto utile per mettere a punto alcuni accorgimenti utili al posizionamento sui motori di ricerca 😉

  3. Il Seo è un argomento vastissimo, tant’è che ci hanno scritto dei libroni. Eppure sei riuscito a condensarlo al meglio. Se ci fosse stato un accenno al “Black hat” sarebbe stato perfetto!
    In ogni caso complimenti e grazie per l’articolo!

    Alex

  4. Con l’avvento di Google RankBrain forse il fare SEO dovrà probabilmente prendere una strada più verso la semantica e meno sulle tecniche che vanno per la maggiore oggi.

    1. Ciao Claudio, è vero concordo con te, almeno in parte. Abbiamo realizzato un tool, si chiama Keys4up, proprio per fare ricerca semantica dei termini correlati ad un topic o argomento. se vuoi puoi provarlo e dirmi cosa ne pensi. lo trovi su keys4up.com

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