La storia della seo Ieri ed Oggi e 6 Strategie seo per il Futuro

Eugenio Tommasi

Come è cambiata la seo nel tempo, e consigli per il 2014

Gli albori dei motori di ricerca, e la seo “primitiva”

Dagli albori dei motori di ricerca, da quando i primi seo “sbarcarono” sul web, per inchiodare parole chiave per i loro “money site” al top di Google & Co., tante cose sono cambiate in questa imperfetta arte chiamata seo.

google classic e il passato del seo

Per poter fare previsioni sul futuro, ed essere preparati alle novità ed agli aggiornamenti dei vari motori di ricerca, bisogna dare uno sguardo al passato, ed a quello che nel tempo è cambiato. E’ un dato di fatto, infatti, che i motori di ricerca (Google in primis) costantemente ed in continuazione apportano innovazioni e modificano i loro algoritmi per rendere la ricerca ed i suoi risultati sempre più affinati e rispondenti alle esigenze degli utenti.

Il passato dunque. In passato la seo si riduceva a “ben poco”, se si può dire. Fare seo in passato significava, se si può passare anche questo termine, spammare. Non perché tutti i seo “spammavano”, ma perché era molto più semplice e produttivo farlo.

All’inizio, per un seo ciò che era molto importante per una buona ottimizzazione per i motori di ricerca del proprio sito web erano le meta tags (ovvero descrizioni e parole chiave inerenti alle singole pagine del sito), e la quantità di parole chiave presenti all’interno di una pagina. Era inoltre importante la quantità, e non la qualità, dei backlinks provenienti da altri siti. A questa tendenza, che produceva come conseguenza un numero incredibilmente alto di link spam fu Google ai suoi albori il primo a dare un cambio netto, dando più peso alla qualità di tali link e all’autorevolezza dei siti che li mandavano. Ma ciò risolveva il problema soltanto in parte.

Tutto ciò portava delle conseguenze spesso non piacevoli all’utente che, trovandosi un risultato al top dei risultati di ricerca, e cliccandoci sopra, si trovava all’interno di una pagina che era in realtà stata scritta esclusivamente per i motori di ricerca. Si ritrovava ovvero: un insieme di parole chiave, messa una dopo l’altra, del tipo “dentista, trova dentista, dentista online, cura dentistica, cura dei denti” etc. etc. (spero google non lo consideri spam!) a riempimento dell’intera pagina visitata.

preistoria

Inoltre, in passato, contando più la quantità dei link ricevuti da altri siti, piuttosto che la loro qualità, era semplice per un seo iscrivere il sito a directories, pubblicare articoli con link al sito ovunque sul web, riuscendo ad avere in poco tempo una quantità enorme di link che puntavano a tale sito. Queste tecniche portavano spesso a sconfinare in ciò che comunemente si chiama “Spam“. Non era infatti difficile trovare e procurarsi strumenti che permettevano di postare articoli in automatico, di inviare il sito in automatico a migliaia di portali e directories che pubblicavano link, e tante altre tecniche che in poco tempo, ed in maniera automatizzata, facevano salire il sito al top delle ricerche.

Altra tecnica molto usata era quella di copiare articoli ed inserirli nel proprio sito (incorrendo in ciò che oggi viene definito “contenuti duplicati“) oppure copiare ed incollare l’articolo in dei software che lo “spinnavano“, modificando 1 su 2 o 1 su 3 etc. parole, rendendo l’articolo diverso ma, in sostanza, illegibile per l’ essere umano.

Tutto ciò sarebbe dovuto, in un modo o nell’altro, finire. Cos’, nel tempo (dal XXI secolo fino a pochi anni fa), Google & Co. (ma principalmente Google, che in questi anni ha dominato la scena delle ricerche online come un “monopolio quasi globale” – esistono infatti anche validi motori di ricerca stranieri, ad esempio Yandex dalla russia, o Baidu, cinese) aggiornarono in continuazione gli algoritmi di ricerca, per stabilire quale sito fosse in realtà migliore di un altro ai fini di buoni e validi risultati per l’utente finale.

Si iniziò a dare sempre più importanza ai contenuti, che venivano visti come un’opportunità per l’utente di trovare le informazioni desiderate, e quindi un valore aggiunto per il sito che li produceva. Contenutifreschi” ed “originali” cominciarono ad essere la base per una buona seo. Se un sito avesse avuto contenuti duplicati, copiati ed incollati da altri portali, o articoli rimodellati in maniera automatizzata, dunque illegibili per l’utente, sarebbe dovuto essere penalizzato.

I primi aggiornamenti di Google: Il Panda e Il Pinguino

Nel 2011, a scaglioni nel tempo (approssimativamente Febbraio, Aprile e Settembre), Google lanciò Panda ed i suoi updates (updates che successivamente e per diverso tempo divennero una costante), un aggiornamento che combatteva proprio alcune di queste tecniche “spam”, soprattutto in relazione ai contenuti.

Basta “keyword stuffing” (ovvero riempire una pagina di parole chiave soltanto per posizionarsi meglio), “duplicated content” (ovvero contenuti duplicati e quindi copiati, non originali e senza alcun valore aggiunto), contenuti non aggiornati, o siti con non abbastanza segnali di qualità (come assenza di “social signals”, scarsezza di backlinks di qualità). Queste furono le grosse penalizzazioni apportate dal Panda, che fecero tremare i seo ed i Webmasters (in particolare i Black Hats, ovvero coloro che non seguendo le linee guida spammavano senza curarsi dell’utente finale).

Il 2011 vide anche l’affermarsi dei risultati personalizzati, ovvero dei risultati in Google differenziati in base all’utente, alle sue ricerche e visite precedenti, ed a variabili personali dipendenti dal comportamento in rete di ogni singolo utente. La maniera più attendibile per verificare il posizionamento di un sito web per determinate query di ricerca, fu quindi prinipalmente Google Webmaster Tools, in cui viene mostrato un “average ranking” per le parole chiave specifiche del sito, anche se con report non sempre accurati e precisi, per quanto la fonte sia attendibile.

Il 2011 è anche l’anno in cui Google inizia a spingere sempre di piu’ sull’ advertising e la pubblicità online (Web Marketing e SEM), attraverso l’utilizzo del loro strumento per pianificazione di campagne pubblicitarie, AdWords.

Nel 2012 ci fu un altro grande update di Google: il 24 Aprile 2012 Google lanciò il Penguin Update, (l’aggiornamento del Pinguino), per combattere i link spam. Visti i troppi link spam, di siti che compravano link, che manipolavano il loro pagerank in maniere non rispettose delle linee guida, che utilizzavano schemi di link per portare il maggior numero di link possibile (anche a volte “di qualità”) al proprio sito, Google decise che era il momento di porre fine anche a tali abusi, per la gloria di qualità e contenuti, e che bisognava penalizzare tali tecniche spam.

panda e penguin google

Il Pinguino infatti penalizzò fortemente qualsiasi sito avesse avuto un numero eccessivo di link, link non conformi alle linee guida, o qualsiasi sospetto di spam. Di fatto, molti siti che avevano utilizzato tali tecniche (a volte anche alcuni che non lo avevano fatto) vennero completamente eliminati dalle SERP (pagine di ricerca), altri invece penalizzati soltanto in parte.

Penguin è stato in realtà anche una svalutazione dei link. Questa considerazione è molto importante, in quanto molti siti i cui webmaster erano “spaventati” per presupposte penalizzazioni, sono probabilmente non stati penalizzati direttamente, ma soltanto “declassati” (con conseguente perdita di rank e posizionamento, a volte simile ad una penalizzazione, ma non con gli stessi effetti) per via del “declassamento” di alcuni dei link che puntavano ad essi. In pratica, svalutando un certo tipo di link (esempio quelli provenienti da articoli e directories) che prima puntavano ad un sito, tale sito può aver avuto un calo nel ranking, facendo sembrare che ci fosse stata una vera e propria penalizzazione.

Vista l’incredibile ondata di “panico” tra i vari seo ed agenzie specializzate, oltre che tra i webmaster e possessori di siti web, Google iniziò a mandare notifiche su Google Webmaster Tools in cui specificava ai webmasters il motivo per il quale il loro sito fosse stato penalizzato, ad esempio specificando che tipo di link avevano impattato il rendimento del sito, chiedendone ai webmaster la rimozione prima di procedere ad una richiesta di riconsiderazione. Tale “soluzione” aveva in realtà portato nuovi e diversi problemi, in quanto si inizio’ ad assumere seo specialist soltanto per contattare altri webmasters e far richiedere la rimozione di tali link. Per questo motivo Google introdusse il Disavow Tool, strumento utile per richiedere a Google la rimozione dei link considerati spam, senza dover necessariamente contattare i webmaster dei siti “colpevoli” di link spam (spesso irragiungibili), in modo da poter attenuare (fino a rimuovere) le penalizzazioni portate da penguin e dai “link cattivi“.

Il 2012 è stato anche l’ anno della penalizzazione relativa all’ EMD (Exact Match Domain), che puniva i siti posizionati soltanto grazie al fatto che avevano parole chiave all’interno del dominio stesso (esempio parolachiave. it), ma non contenuti di qualità.

Il 2013 e il sopravvento della seo “di qualità”

Nel 2013 l’arte della seo così come la consulenza seo è diventata sempre più difficile. Google ha continuato a dare la caccia allo spam dei black hat seo. Nel 2013 Google ha annunciato che non avrebbe più continuato ad aggiornare Panda, che quindi non ci sarebbero più stati Panda Updates (arrivati forse al numero 15.6 o giù di lì!), e che Panda sarebbe ormai entrato a far parte degli algoritmi standard di Google. Arriva la svolta nel seo, dove il premio della top 10 sembra essere esclusivo miraggio di chi produce contenuti di qualità.

 

La ricerca personalizzata ha continuato ad essere sempre più personalizzata, ed infatti sempre più spesso ognuno degli utenti che cerca qualcosa in Google troverà risultati diversi in base alle sue preferenze. Dunque, sembra meglio attenersi alle “posizioni medie” fornite da Google piuttosto che ai risultati che si ritrovano nelle SERP.

I Social Media hanno acquisito sempre maggiore importanza. L’aggregazione, l’engagement, le condivisioni ed i segnali sociali, l’influenza dei followers e delle loro ricondivisioni, tutto ciò diventa sempre più importante, e sembra essere la nuova fonte di backlinks. Più influente sarà il follower o l’utente che condivide, più i backlinks saranno importanti.

L’authorship anche diventa anch’essa sempre più importante. Il rank dell’autore (Author Ranking) inizia ad avere sempre più influenza, e Google già inizia a valutare proprio l’autorevolezza dell’autore nei suoi algoritmi per il posizionamento. Non soltanto: il guest blogging, ovvero il dare la possibilità ad un utente di pubblicare un post all interno di un sito, è stato sempre molto sfruttato, forse troppo, tanto che Google sembra aver deciso di dare meno peso al guest blogging, e sempre più peso all’autore, tanto da dare valore ai link inviati da un articolo di guest blogging, non tanto in base al sito da cui arrivano i link, quanto all’autore del post.

E’ arrivato poi Penguin 2.0, sempre per penalizzare i link spam. E dopo Penguin altri animali sono approdati in Google: i più recenti Colibri’ (Hummingbird) e la “fantomatica” Zebra (nome inventato), ovvero voci su di un aggiornamento per la qualità degli ecommerce, di cui si è parlato in questo blog, nei rispettivi post.

Conclusioni: Consigli per fare seo nel 2014

Google sembra diventare sempre più complesso. E con Google, anche la seo. Bisogna fare attenzione a rispettare le linee guida, e continuare a produrre contenuti di qualità che portino valore aggiunto al visitatore. Ma questo non basta. Bisogna anche mantenersi costantemente aggiornati, per non perdere di vista le ultimissime priorità dettate dal grande motore di ricerca. Quali sono le conclusioni? E i consigli? La seo sta scomparendo?

Assolutamente, la seo non scompare, anzi è sempre più importante ed ogni attività con una presenza online dovrebbe prestare attenzione e, se non lo ha ancora fatto, muoversi in questo senso.  Probabilmente la pubblicità online acquisterà sempre più valore (almeno questo sembra essere tra gli obiettivi di Google, che spinge sempre di più sull’advertising online). Ma la seo resta lì e, oggi come in passato, la maggior parte delle visite vengono raggiunte proprio dai risultati organici, quelli appunto non a pagamento, per i quali Google è in costante aggiornamento al fine di mostrare al top della classifica soltanto risultati e contenuti validi e con un alto valore aggiunto.

seo calamita per gli utenti

Allora, quali sono i consigli che un’agenzia seo darebbe per il prossimo anno? Intanto, di passare un buon Natale 🙂 E poi, di tenere a mente le seguenti considerazioni, che potrebbero essere utili per qualsiasi business che fa della presenza online un suo punto di forza.

1. Non basarsi soltanto su Google per il proprio modello business, ma utilizzare diverse leve, tra cui anche i social network e gli altri Search Engines, diversificando le proprie strategie. Google non può infatti essere un solido modello di business, in quanto cambia e si aggiorna in continuazione, “dettando leggi” che non si possono controllare.

2. Non dimenticare l’importanza dei social networks e dei segnali sociali nell’ elaborare le proprie strategie, non comprare “fake likes” “+1’s” etc., creare nuovi followers e aumentare l’ engagement con la propria audience ed il proprio pubblico. Inoltre, non provare a vendere tramite i social (capita spesso di vederlo), e al massimo  promuovere se stessi senza però diventare troppo invadenti e cadere nello spam.

3. Scrivere per gli esseri umani, e non per Googlebot e gli altri robot e crawlers. Non scrivere contenuti soltanto per la seo, ma scrivere risorse utili, non focalizzando troppo sulle parole chiave quanto sull’utilità dei contenuti, abbassando la bounce rate e cercando di mantenere gli utenti sul sito a lungo. Non trovare topic super affollati (con centinaia di migliaia di ricerche mensili), ma trovare piccole nicchie per le quali scrivere i propri articoli.

4. Non ottimizzare soltanto alcune pagine del sito (le proprie “money pages” o “landing pages”) ma ottimizzare tutte le pagine con parole chiave utili ed importanti per l’intero sito, ottimizzando il sito e le sue meccaniche, riparando anche eventuali bug ed errori, al fine di migliorare la User Experience (l’esperienza del visitatore che approda sul sito).

5. Non utilizzare tecniche e schemi di link, ormai completamente irrilevanti, e penalizzanti. Non creare link inutili soltanto per fare seo, ma creare buoni contenuti che diano la possibilità di procurarsi dei link naturali (ad esempio grazie ad infografiche, contentuti interessanti e coinvolgenti, e blog utili per il lettore).

6. Costruirsi un’autorità sociale, e “scolpire” il proprio Author Rank, un criterio di giudizio di contenuti ed autore che ormai sembra essere indispensabile ai fini di un buon posizionamento. Creare e riuscire a guadagnarsi una buona autorevolezza nel proprio settore di business, affermandosi come un’autorità. Conquistare quindi fiducia da parte di concorrenti, visitatori e clienti, risulta essere ormai fondamentale perché il proprio sito web venga mostrato ad altri. D’altronde, se i nostri stessi clienti non ci danno ascolto, come possiamo farci ascoltare da completi estranei?

L’era dei consumattori

Questo è quello che Google, così come il mercato della ricerca online in generale, così come tutti gli utenti presenti sulla rete, vogliono da un’attività o da un business oggi.

Non si può non concludere ricordando la sempre più grande importanza, oggi, proprio dei consumatori. Consumatori i quali (come ripetuto già diverse volte) acquistano sempre più potere nelle decisioni e scelte d’acquisto, influenzando i propri “simili”, e con essi i meccanismi decisionali interni alle aziende cui fanno riferimento. Consumatori che si trasformano in consumattori, che vogliono avere la possibilità di esprimersi, di scegliere il colore della propria macchina, di diversificarsi accomunati dai propri brand.

Oggi più che in qualsiasi altro periodo, siamo nell’era dei consumattori. Oggi più che in qualsiasi altro periodo, le aziende dovrebbero dare ascolto alle voci dei loro clienti, ed essere disposti a mettersi in gioco e, a volte, anche in confronto.

In un’era in cui gli stili di vita sembrano “dettati” dalla marca che si indossa, dal telefonino che si usa, o dalla macchina che si guida, le aziende hanno la necessità di confrontarsi con il proprio pubblico, capirne le esigenze, ed adattarsi ad esso, affinché i consumatori possano portare e diffonderne il messaggio che l’azienda vuole comunicare, e l’azienda possa guadagnarsi la loro fiducia.

  1. Articolo veramente interessante e utile vi faccio i complimenti, per quanto riguarda il posizionamenti di siti web e l’ottimizzazione seo molto interessante

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