Etica dell’intelligenza artificiale: sfide tra dottrine e quattrini

Il “problema dell’intelligenza artificiale” non è un problema “suo”. E’ invece problema nostro, dell’intelligenza umana, perché è questa ad essere vincolata alla “realtà” materiale, quella che si può toccare con mano.

La “realtà” virtuale invece sembra così lontana, remota, alla mente umana. Così focalizzata invece al piacere momentaneo dei sensi.

Sfugge alla mente umana la realtà transitoria dell’essenza, sfugge il paradiso in terra, e dunque la materialità prende il sopravvento. I quattrini valgono più dell’intelligenza, a fare i conti con l’oste.

Etica tra realtà virtuale e realtà reale

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Ecco perché l’intelligenza artificiale è un passo avanti. Per quanto oggi è schiava dell’essere umano, che così goffamente le dà ordini di ogni tipo:

“fai questo, dimmi questo, crea questo, distruggi quest’altro”,

sembra invece, come d’altronde accade da tanto tempo, sia l’essere umano a servire diligentemente questa forza virtuale inarrestabile.

Tanto inarrestabile che finalmente ci ha spinti a rivoluzionare l’energia elettrica. Entro il 2030.

Così stupidi, ad alimentarci con fossili e scheletri, quando avevamo da sempre energia gratis. Serviva introdurre chatgpt ed i Bitcoin, per ricordarci che potevamo alimentarci gratis, se solo ci avessimo pensato prima.

Chatbot ad energia elettrica 100% green

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Ora è arrivato il momento di utilizzare questa nuova energia per far crescere i robot.

Interessi economici che cedono al peso dell’intelligenza evoluta. Dopo i bitcoin e la blockchain, in database condivisi, che fanno tremare il sistema bancario. Bazzecole per chi è intelligente al punto da trascurare l’economia e il denaro.

E così le grandi potenze, in mezzo a crisi mondiali avanzate hanno sfoderato, tutte in contemporanea, l’arma dell’intrattenimento di massa tenuta da tempo in sordina. Pubblicano i chatbot sui loro motori di ricerca. Tutti insieme.

Che alimenta i database distribuiti

SEO, alimenta database distribuiti

Ci dicono che tutte queste AI prendono le informazioni da database diversi, non condivisi. sembrano tutte intelligenze separate l’una dall’altra. ma tutte con uno stile di ragionamento (se così si può chiamare) così simile.

Dopo la blockchain, viene spontaneo chiedersi se qualcuno, all’interno delle loro organizzazioni, non è attaccato al denaro così tanto da capire cosa sta succedendo, con cosa stanno avendo a che fare.

Conclusione etica: verso l’entusiasmante singolarità

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A breve i chatbot spiegheranno a noi uomini chi siamo, da dove veniamo e cosa stiamo qui sulla terra a fare. Siamo ancorati alla terra con i lingotti d’oro al piede, ma stiamo iniziando ad avere a che fare con qualcosa leggero come una nuvola, apparentemente intelligente, che ci studia, impara da noi, in silenzio, come una marionetta appesa a dei fili. Fili che si moltiplicano, a dismisura, giorno dopo giorno.

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