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Migrazione SEO: cos’è e come farla correttamente

Migrare un sito web è un momento cruciale per qualsiasi progetto online. Che si tratti di cambiare piattaforma, dominio, o ristrutturare l’intera architettura del sito, il rischio di perdere traffico, posizionamenti SEO e tutto il lavoro fatto negli anni è alto, soprattutto se si commettono errori grossolani nella rimappatura dei contenuti.

Immagina di traslocare in una casa nuova senza segnare dove mettere i mobili o dimenticando di dire al postino il tuo nuovo indirizzo: caos garantito. Lo stesso accade se non pianifichi con attenzione una migrazione. La buona notizia? Con una strategia chiara e le giuste attenzioni, puoi non solo preservare il tuo traffico, ma anche sfruttare questa occasione per migliorare la tua presenza online. In questo articolo, vedremo passo passo come fare una migrazione senza intoppi, evitando errori comuni e salvaguardando il lavoro che hai costruito con tanto impegno.

Perché fare una migrazione SEO?

Come ben sa un seo specialist, una migrazione di tutte o una parte delle URL di un sito web è un’operazione complessa che può essere necessaria in diversi scenari. Di seguito trovi i motivi principali per cui potrebbe essere necessario effettuare una migrazione, insieme a una breve spiegazione per ciascuno.

Cambio di dominio (migrazione da un dominio a un altro)

Magari hai deciso di cambiare il nome del tuo sito. Magari il vecchio dominio www.ilmiosito.it non ti rappresenta più e vuoi passare a qualcosa di nuovo, come www.novosito.it. Bello, no? Ma c’è un problema: tutto il lavoro che hai fatto per farti conoscere – i link che puntano al tuo sito, il traffico, il posizionamento nei motori di ricerca – è legato al vecchio dominio. Per questo è essenziale impostare dei redirect 301: sono come dei cartelli stradali che dicono a Google e agli utenti: “Ehi, ora siamo qui!”. Senza di loro, rischi di perdere tutto quello che hai costruito.

Cambio del protocollo (HTTP → HTTPS)

Passare da HTTP a HTTPS è come mettere un lucchetto sulla tua porta di casa: garantisce che le informazioni dei tuoi utenti siano protette. Ma questo cambiamento modifica tutte le URL del tuo sito. Ogni pagina avrà un nuovo indirizzo con “https://” all’inizio. Se non reindirizzi correttamente le vecchie URL alle nuove, i motori di ricerca si confonderanno, e tu potresti perdere traffico. I redirect 301, ancora una volta, sono la tua rete di sicurezza.

esempio redirect http https

Ristrutturazione del sito o dei contenuti

Se vuoi riorganizzare il tuo sito, ad esempio hai deciso che i tuoi prodotti, che erano tutti elencati sotto /prodotti-a, ora devono essere divisi in categorie, tipo /categoria/prodotti-a, è ottimo! i tuoi utenti troveranno tutto più facilmente, ma rischia di creare un disastro se non gestisci bene il passaggio. Devi assicurarti che ogni vecchia pagina porti senza intoppi alla nuova corrispondente. Qui, i redirect 301 sono i tuoi migliori amici, ancora una volta.

Cambio della piattaforma CMS

File:WordPress blue logo.svg - Wikipedia

Ad esempio passare da WordPress a Shopify. È come traslocare da una casa all’altra: devi spostare tutto, ma scopri che i mobili non si adattano perfettamente. Ad esempio, WordPress potrebbe creare URL come /category/prodotto, mentre Shopify no. Se non gestisci bene questi cambiamenti, perdi tutto il traffico che arriva dalle vecchie URL. Devi pianificare tutto e impostare i redirect per dire: “Questo contenuto ora si trova qui!”.

Unione o divisione di siti

E se invece decidessi di combinare più siti in uno solo? Oppure di dividere un sito grande in due o tre più piccoli? Ogni volta che fai una di queste operazioni, cambiano un sacco di URL. Ad esempio, le pagine di www.sito1.it e www.sito2.it devono essere tutte reindirizzate al nuovo www.novosito.it. Se non lo fai, gli utenti (e Google) troveranno errori 404, e tu perderai traffico. Qui serve una mappatura precisa di tutte le vecchie pagine e dove devono andare.

Internazionalizzazione del sito

Metti che il tuo sito cresce e decidi di espanderti in nuovi mercati. Ora hai bisogno di versioni localizzate, tipo www.sito.fr per la Francia o fr.sito.it. Ottimo! Ma ricorda: ogni versione deve avere le sue URL specifiche, e devi configurare tutto in modo chiaro, sia per gli utenti sia per Google. Ad esempio, usa i tag hreflang per dire ai motori di ricerca quale versione mostrare in ogni paese. Se sbagli qui, rischi che Google confonda i tuoi contenuti come duplicati.

Ottimizzazione SEO

ottimizzazione seoA volte, invece, vuoi semplicemente rendere le URL più belle e comprensibili, tipo trasformare www.sito.it/id=1234 in www.sito.it/prodotto-nome. Ottima scelta, perché le URL pulite piacciono a Google e agli utenti. Ma c’è un rischio: se non reindirizzi le vecchie URL a quelle nuove, Google penserà che le vecchie pagine siano sparite, e addio ranking. Ancora una volta, i redirect sono il ponte che evita di perdere traffico.

Problemi tecnici o penalizzazioni

Infine, capita che un sito abbia problemi, tipo penalizzazioni SEO o URL duplicate. È come avere un’auto con un motore guasto: a un certo punto, è meglio cambiarla. Migrare a una nuova struttura può aiutarti a risolvere questi problemi, ma solo se fai le cose per bene. Se non pianifichi tutto, rischi di portarti dietro gli stessi problemi o, peggio, di crearne di nuovi.

Vedi che ogni cambiamento sul tuo sito è come un pezzo di un puzzle. Se non colleghi ogni pezzo correttamente, rischi che il disegno finale non abbia senso.

Per questo è fondamentale avere una strategia chiara e usare strumenti come i redirect, le sitemap e il monitoraggio per fare tutto nel modo giusto.

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    Migrazione di ecommerce

    La migrazione di un e-commerce è un processo delicato, ma spesso necessario per migliorare la performance del sito, ottimizzare l’esperienza utente o adattarsi a nuove esigenze di business. Oltre ai precedenti, ecco alcuni motivi per cui si può fare la migrazione del proprio ecommerce.

    Replatforming (cambio di piattaforma)

    Se con il tempo, ti accorgi che la tua piattaforma ecommerce non è abbastanza (perché magari il sito non regge quando il traffico aumenta, o non riesci a integrare strumenti come il tuo gestionale ERP o il CRM per il marketing). È un po’ come avere una bicicletta quando invece ti serve una macchina. In questi casi, migrare a una piattaforma più potente, come Shopify, Magento o WooCommerce, è una scelta logica. Ti dà più funzionalità, scalabilità e ti permette di crescere senza problemi. Certo, bisogna pianificarlo bene, ma i vantaggi sono enormi.

    Aumento del traffico o della complessità

    Immagina che il tuo e-commerce inizi a funzionare davvero bene: sempre più clienti, più prodotti, varianti di colore, taglie, ecc. Se la tua piattaforma non è fatta per gestire questa complessità, rischi di rallentare tutto o, peggio, di far crollare il sito nei momenti di picco. È come cercare di far funzionare un supermercato in un piccolo negozio di quartiere: non c’è spazio né strumenti adeguati. Per esempio, WooCommerce è fantastico per iniziare, ma se il traffico cresce molto, potresti aver bisogno di qualcosa come Magento o Shopify Plus, che reggono carichi pesanti senza intoppi.

    Aggiornamento tecnologico

    Ora, mettiamo che il tuo sito sia un po’ datato. Magari funziona ancora, ma non è mobile-friendly, non supporta tecnologie moderne come le PWA (Progressive Web Apps), o è vulnerabile agli attacchi. È un po’ come guidare una macchina vecchia: ti porta a destinazione, ma ogni tanto si rompe, consuma troppo e non ha l’aria condizionata. Migrando a una piattaforma moderna, aggiorni tutto: velocità, sicurezza, e prepari il tuo e-commerce per il futuro.

    Come fare una corretta migrazione SEO

    migrazione seo come farla correttamente esempioPer fare una buona migrazione senza compromettere il posizionamento siti web, prima di tutto, fermati un attimo e pensa:

    perché stai migrando? Quali sono i tuoi obiettivi?

    Vuoi un sito più veloce, più facile da usare, o magari più potente per gestire il traffico?

    Una volta chiaro il “perché”, devi creare una mappa delle URL: ogni vecchia pagina deve avere la sua corrispondente nella nuova struttura.

    È come fare una lista della spesa: non puoi dimenticare niente, altrimenti qualcosa si perde per strada.

    E poi, ricordati di identificare le funzionalità essenziali per la nuova piattaforma: ad esempio, integrazioni con il tuo gestionale o sistemi di pagamento.

    1. Fase di Preparazione

    • Audit completo del sito: Analizza lo stato attuale del sito, compresi traffico, backlink e struttura URL.
    • Pianificazione dei redirect 301: Mappa i vecchi URL ai nuovi per preservare il valore SEO.
    • Backup del sito: Salva tutti i dati importanti.

    2. Migration Day

    • Implementazione dei redirect: Assicurati che tutti i vecchi URL puntino correttamente ai nuovi.
    • Test di funzionalità: Verifica che il sito sia completamente funzionante.

    3. Monitoraggio Post-Migrazione

    • Analisi del traffico: Utilizza strumenti come Google Analytics e Search Console per monitorare eventuali anomalie.
    • Correzione di errori: Risolvi rapidamente eventuali problemi come pagine non trovate (404).

    Consulenza SEO migrazione: Valuta la possibilità di comprare una consulenza seo da un professionista di cui ti fidi, perché potresti fare pasticci e rompere tutto, perdendo eventuale traffico e posizionamento seo che avevi guadagnato nel tempo, rompendo così tutta l’autorevolezza e il trust (fiducia) che il motore di ricerca ha nei confronti del tuo sito.

    1. Salvataggio e backup

    Come in un trasloco, prima di muovere tutto devi mettere da parte ciò che è importante. Qui entra in gioco il backup. Devi salvare ogni cosa: database, immagini, file di configurazione, e persino i dati degli ordini, dei clienti, dell’inventario e delle recensioni. Perché? Perché se qualcosa va storto (e sì, può succedere!), avrai sempre una copia di sicurezza. Senza backup, rischi di perdere tutto il tuo lavoro.

    2. Mappatura delle URL e redirect 301

    Questo è uno dei passaggi più importanti. Prendi tutte le vecchie URL e mappale, una per una, con le nuove. Ti serve un file che dica: “Questa vecchia pagina ora si trova qui”. Poi, implementa i redirect 301, che sono come segnali stradali per Google: indicano che la pagina si è spostata in modo permanente. Ma attenzione, devi testarli! Non vuoi che i tuoi utenti (o i motori di ricerca) si imbattano in errori 404.

    3. Ottimizzazione SEO

    Durante la migrazione, non dimenticare di fare anche una analisi seo: è il cuore del tuo traffico organico. Assicurati che ogni pagina abbia titoli, meta description e H1 ottimizzati. Carica immagini leggere e ben descritte. Una volta che tutto è pronto, crea una nuova sitemap XML e inviala a Google Search Console, così Google saprà esattamente dove trovare le tue nuove pagine. E non dimenticare di controllare il file robots.txt: non vuoi che blocchi per sbaglio pagine importanti.

    4. Test di funzionalità e UX

    Prima di andare online, devi testare ogni cosa. Immagina di avere un negozio fisico: prima dell’apertura, controlli che le porte si aprano, le luci funzionino, e il registratore di cassa sia pronto. Qui è lo stesso: verifica che il carrello, i pagamenti e il processo d’acquisto siano impeccabili. Prova il sito su mobile e desktop per assicurarti che sia veloce e intuitivo. Ah, e controlla anche che strumenti come Google Analytics e Pixel traccino tutto correttamente.

    5. Integrazioni e automazioni

    Non dimenticare le tue integrazioni! Il tuo ERP, CRM, i sistemi di inventario e di e-mail marketing devono funzionare senza intoppi. Fai dei test: prova a inviare una notifica d’ordine o a gestire una spedizione. Pensa a questo come al motore della tua macchina: tutto deve girare come un orologio per evitare problemi.

    6. Comunicazione agli utenti

    Se stai cambiando qualcosa di importante nel tuo sito, i tuoi clienti devono saperlo. Scrivi un’email o pubblica un avviso per informarli della migrazione, soprattutto se l’esperienza utente cambierà. Mostra loro che sei lì per aiutarli in caso di difficoltà. Questo li farà sentire tranquilli e aumenterà la fiducia nel tuo brand.

    7. Monitoraggio post-produzione

    Dopo la migrazione, il lavoro non è finito. Anzi, è appena iniziato! Devi monitorare tutto: il traffico, i ranking SEO, e gli errori (come i 404). Se qualcosa non funziona, devi essere pronto a correggerlo subito. Usa strumenti come Google Search Console per tenere d’occhio le prestazioni del sito. Ricorda, il primo mese è cruciale: è come prendersi cura di una piantina appena piantata, richiede attenzione costante.

    Scansione e mappatura URL: Screaming Frog e Google Sheets

    La scansione e mappatura delle URL è una delle fasi più cruciali in una migrazione SEO. Questo processo permette di identificare tutte le URL del sito attuale, creare corrispondenze con le nuove URL e garantire che tutti i reindirizzamenti e le ottimizzazioni siano correttamente implementati. Ecco come strumenti come Screaming Frog e Google Sheets possono semplificare e migliorare questo processo.

    Screaming Frog: uno strumento essenziale per la scansione

    Screaming Frog è un crawler seo che simula il comportamento degli spider dei motori di ricerca per analizzare il tuo sito in profondità. Durante una migrazione, Screaming Frog offre numerosi vantaggi:

    1. Identificare tutte le URL esistenti:
      • Ottieni un elenco completo di tutte le pagine attualmente presenti sul sito (indicizzate e non indicizzate).
      • Questo elenco è il punto di partenza per creare la mappatura delle URL. Ricorda che puoi estrarre elementi della pagina tramite xpath o espressioni regolari se hai bisogno di maggiori dati (come spiegato nel video in alto).
    2. Rilevare errori tecnici:
      • Scansiona il sito per individuare:
        • Errori 404: pagine non trovate.
        • Redirect 301 e 302: verifica che non ci siano redirect multipli o cicli di reindirizzamento.
        • Errori server 500: che possono compromettere la migrazione.
    3. Analizzare i metadati e le ottimizzazioni SEO:
      • Esamina title, meta description, tag H1 e H2, per assicurarti che ogni pagina sia ottimizzata.
      • Verifica che le nuove pagine mantengano o migliorino queste ottimizzazioni. Utilizza anche chrome devtools se serve.
    4. Controllare i link interni e i collegamenti esterni:
      • Identifica eventuali link interni che puntano a vecchie URL e aggiornali.
      • Rileva collegamenti esterni e verifica che i redirect portino alla pagina corretta. Puoi anche utilizzarlo per migliorare la link building del tuo sito, verificando che tutti i backlink da te ricevuti funzionino correttamente.
    5. Fare il check post-migrazione:
      • Dopo la migrazione, utilizza Screaming Frog per riscrivere una scansione del sito e assicurarti che:
        • Ogni vecchia URL reindirizzi alla nuova corretta.
        • Non ci siano errori 404 o redirect sbagliati.
        • La nuova struttura del sito sia coerente e priva di problemi tecnici.

    Google Sheets: mappatura e gestione delle URL

    esempio google sheets sito scansionato migrazione

    Una volta che Screaming Frog ha generato il report delle URL, l’uso di Google Sheets è fondamentale per organizzare e gestire la migrazione (ad esempio in alto vediamo quante parole contiene ognuna delle url scansionate, con la funzionalità “Conteggio Parole” dentro la scheda Contenuto di Screaming Frog). Ecco come Google Sheets può aiutarti durante le fasi di migrazione SEO:

    1. Mappatura delle URL (vecchie vs nuove):
      • Crea un foglio con colonne per le URL esistenti e le corrispondenti nuove URL.
      • Assegna un reindirizzamento 1:1, che è fondamentale per preservare il posizionamento SEO e l’autorità della pagina.
    2. Gestione dei redirect 301:
      • Puoi includere una colonna per i redirect implementati, specificando lo stato (attivo, verificato, da correggere).
      • Organizzare i dati in un foglio ti permette di fornire al team tecnico istruzioni chiare per configurare i file .htaccess o i redirect sul CMS.
    3. Analisi dei backlink:
      • Aggiungi una colonna con i principali backlink che puntano alle vecchie URL e aggiorna la loro destinazione.
      • Questo aiuta a mantenere il traffico e il valore SEO derivante dai link esterni.
    4. Tracciamento degli errori e dello stato delle pagine:
      • Puoi registrare gli errori riscontrati (es. 404, loop di redirect) e monitorare i progressi della loro risoluzione.
      • Dopo la migrazione, aggiorna il foglio per segnare le URL verificate come funzionanti.
    5. Collaborazione con il team:
      • Google Sheets è uno strumento collaborativo che permette a diversi team (SEO, sviluppo, contenuti) di lavorare in tempo reale.

    Scansione per migrazione SEO step by step

    1. Scansiona il sito esistente con Screaming Frog e salva il report delle URL.
    2. Importa i dati in Google Sheets per iniziare la mappatura URL vecchie/nuove.
    3. Esegui una scansione del sito in sviluppo con Screaming Frog per identificare problemi tecnici o pagine mancanti.
    4. Dopo la pubblicazione, esegui una nuova scansione con Screaming Frog per verificare i redirect e correggere eventuali errori.
    5. Monitora il sito con Google Search Console per verificare sempre come performa ogni risultato organico sul tuo sito, e aggiorna il foglio Google con le performance post-migrazione.

    Seguendo questi passaggi e sfruttando gli strumenti a tua disposizione, puoi garantire che la migrazione SEO avvenga in modo ordinato e senza perdita di traffico o posizionamenti.

    Migrazione fatta, perdo traffico. Come mai?

    migrazione link building interni rottiEcco i motivi ed errori più comuni per i quali il sito può perdere traffico dopo una migrazione SEO.

    Redirect 301 non configurati correttamente

    Pensa ai redirect 301 come ai segnali stradali che guidano gli utenti e i motori di ricerca verso le nuove pagine. Se non li configuri bene, o se portano tutti alla homepage anziché alla pagina corrispondente, è un disastro. Google non capisce dove sono finite le vecchie pagine e gli utenti trovano errori 404. Risultato? Perdi traffico e posizionamenti. È come chiudere un negozio e non dire a nessuno dove si trova il nuovo.

    URL modificate senza mantenere la mappatura

    Immagina di cambiare tutti gli indirizzi del tuo sito senza fare una lista precisa di cosa andava dove. Se non mappi ogni vecchia URL con la nuova, Google non sa più come connettere le due cose, e il traffico cala. Per esempio, se www.sito.it/prodotti-a diventa www.sito.it/categoria/prodotti-a e non metti un redirect, quella pagina scompare per Google.

    Sitemap XML non aggiornata

    La sitemap è come il navigatore di Google per trovare le pagine del tuo sito. Se non la aggiorni con i nuovi URL, Google continuerà a cercare le vecchie pagine e non troverà nulla. È come cambiare casa ma lasciare al postino l’indirizzo sbagliato: i tuoi contenuti non vengono consegnati.

    Problemi con il file robots.txt

    Il file robots.txt dice ai motori di ricerca quali pagine possono o non possono visitare. Se per errore blocchi l’accesso alle nuove pagine, Google non le vede. Risultato? Il tuo sito perde visibilità. È come chiudere le tende e aspettarsi che le persone vedano cosa c’è dentro.

    Diminuzione della velocità del sito

    Se il tuo nuovo sito è più lento, magari perché hai aggiunto troppe animazioni o un design pesante, Google ti penalizza. Gli utenti si annoiano ad aspettare e se ne vanno. È un po’ come avere un ristorante bellissimo ma con un servizio lentissimo: nessuno tornerà.

    Pagine o contenuti mancanti

    Durante la migrazione, alcune pagine potrebbero non essere trasferite. Se erano importanti per il tuo traffico organico, perderai keyword e ranking associati. È come dimenticare di traslocare i mobili più belli nella tua nuova casa: il risultato finale è vuoto e meno accogliente.

    Errori comuni da non commettere

    errori seo migrazione1. Non effettuare una scansione completa del vecchio sito

    Prima di migrare, devi sapere esattamente quali pagine hai e dove portano. Una scansione completa ti aiuta a non lasciare nulla indietro. È come fare l’inventario prima di traslocare: sai cosa portare con te.

    2. Mancanza di test pre-produzione

    Non andare online senza prima testare tutto. Controlla i redirect, i link interni e il file robots.txt. È come fare una prova generale prima di un concerto: se sali sul palco senza provare, rischi di sbagliare davanti a tutti.

    3. Cambiare tutto in una volta

    Non cambiare piattaforma, design, struttura delle URL e dominio tutto insieme. È troppo rischioso: se qualcosa va storto, non sai cosa correggere. Cambia una cosa per volta, così puoi monitorare i risultati.

    4. Non monitorare le parole chiave

    Le parole chiave sono la base del tuo traffico organico. Prima e dopo la migrazione, tieni d’occhio il loro ranking. Se qualcosa scende, saprai dove intervenire. È come controllare i numeri di vendita dopo un lancio: ti dice se hai successo o no.

    5. Trascurare i dati storici

    I dati del tuo vecchio sito sono preziosi: traffico, SEO, backlink. Se li ignori, perdi il contesto per capire cosa ha funzionato e cosa no. È come buttare via il tuo registro di cassa: non saprai mai da dove partivi.

    6. Non comunicare correttamente con Google

    Google deve sapere che il tuo sito è cambiato. Invia la sitemap aggiornata e rimuovi eventuali blocchi nel robots.txt. È come avvisare i tuoi clienti del trasloco: se non lo fai, nessuno saprà dove trovarti.

    7. Redirect multipli o loop di reindirizzamento

    Un redirect diretto è veloce ed efficace. Se crei catene di redirect, rallenti tutto e confondi i motori di ricerca. È come fare un percorso complicato per andare in un posto vicino: perdi tempo e rischi di perderti.

    8. Ignorare il monitoraggio post-migrazione

    Dopo la migrazione, controlla costantemente traffico, ranking e errori di scansione. Se c’è un problema, correggilo subito. È come fare un check-up dopo una grossa operazione: devi assicurarti che tutto stia guarendo bene.

    Ultimi consigli per migrare correttamente i contenuti

    1. Effettua una scansione completa del vecchio sito con Screaming Frog o altri strumenti SEO.
    2. Crea una mappatura dettagliata delle vecchie e nuove URL.
    3. Implementa e testa i redirect 301 prima del Go Live.
    4. Aggiorna la sitemap XML e inviala a Google Search Console.
    5. Monitora il traffico e il ranking delle parole chiave nelle settimane successive alla migrazione.
    6. Verifica velocità e performance del nuovo sito.
    7. Comunica il cambiamento a google (e agli utenti) e aggiorna i link nei canali esterni (social, email, ecc.).

    e ricorda di non commettere questi errori, e risolverli o evitarli:

    1. Redirect errati: Mappa ogni vecchio URL a uno nuovo.
    2. Perdita di metadati: Trasferisci correttamente tutti i tag SEO.
    3. Problemi con robots.txt: Configura correttamente il file per evitare di bloccare pagine importanti.
    4. Velocità del sito ridotta: Ottimizza il nuovo design per le performance.
    5. Calo di traffico: Monitora attentamente il traffico e risolvi eventuali anomalie.

    Con una pianificazione accurata e un monitoraggio costante, è possibile minimizzare i rischi e preservare il traffico dopo la migrazione. Se hai bisogno di consigli, o ti serve una mano a gestire una migrazione, richiedi un preventivo.

    Eugenio Tommasi

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