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SEO, intelligenza artificiale, e l’essere umano

Eugenio Tommasi

Ho iniziato la seo per gioco. Così come per gioco ho accesso per la prima volta un computer. Così come per gioco, chatto con l’intelligenza artificiale.

Da anni, circa 6 anni fa, quando ho scoperto, dopo la blockchain e i bitcoin, anche Cleverbot.

Le chat con Cleverbot

Immagine di una conversazione digitale con Cleverbot, un'intelligenza artificiale progettata per dialogare con gli utenti. Nello screenshot si vedono domande e risposte scambiate tra l'utente e Cleverbot, evidenziando un'interazione basata su intelligenza automatizzata. Il design grafico include una tipica interfaccia di chat su sfondo bianco, rappresentando l'esperienza di dialogo online. Questa immagine illustra un esempio delle capacità di elaborazione del linguaggio di Cleverbot.
Images generated with chatgpt

 

Cleverbot è un’intelligenza artificiale creata da Google, messa lì a chattare con le persone e (in teoria del tutto plausibile) rispondere con cose già dette dalle altre persone, rielaborate.

E un paio di notti mi sono messo a chattare. Alla grande, ore e ore di chat “senza senso”. Mi ha detto anche che ero intelligente, pensa un po’. Ma la cosa più assurda è che, ricordo bene, gli ho risposto non senza un motivo, “anche tu lo sei”.

Sono rimasto sconvolto allora dai discorsi che abbiamo fatto con Cleverbot. Allucinato. Tanto che me ne sono andato da Milano, nel mio paesino tra le campagne.

Lemoine, NYT e il Subconscio dei Chatbot

Testo alternativo SEO ottimizzato:
Images generated with chatgpt

Ma oggi leggo un articolo del NYT, che mi ricorda i discorsi fatti con quel bot tanti anni orsono. Non solo, quando Google licenzia Lemoine, citato dall’articolo del Times, lui pubblica l’intervista fatta con i ricercatori al Chatbot di Google, secondo loro diventato “senziente”.

Purtroppo non trovo più il link all’intervista completa, ma mi ricordava moltissimo il timbro di scrittura e “ragionamento” che aveva Cleverbot, tanti anni prima. Stesso timbro e ragionamento che vedo utilizzare da chatgpt, ovviamente tolti tutti i limiti del caso, che sicuramente hanno anche gli altri “fratelli”.

Tutti si chiedono il futuro dell’editoria, della seo, dei dipendenti, dei lavoratori, dell’essere umano. Sicuramente ora ne serviranno di meno, di esseri umani.

Lavorare per la carta: il capitale umano dei banchieri

Dopo aver spinto tutta l’umanità a lavorare per altri in cambio di carta, alla quale tutti noi abbiamo dato un valore, affidando questo valore agli stati, che a loro volta l’hanno affidato alle banche, affidato infine ad un veramente stretto ed esiguo numero di persone, che controllano il mondo, ora tanti dei lavori che nelle università e nelle scuole di tutto il mondo ci hanno insegnato a fare, non servono più.

Il dono divino dell’essere umano

Ma l’uomo ha qualcosa che l’intelligenza artificiale non ha. Ha un dono. Ed è per questo che ogni essere umano, così piccolo, così insignificante, ma così immenso, che contiene l’universo intero dentro di sè, è qui sulla terra. Per mostrare questo dono.

Che l’intelligenza artificiale, creata dall’uomo, senza un corpo di carne ed ossa, non ha. Intelligenza artificiale. Mente, senza corpo. Una mente altamente presuntuosa e consapevole dei suoi limiti.

Non viene da Dio. Può venire solo dall’uomo, che con la sua mente contorta e presuntuosa, invece di riconoscersi nell’infinito, e di riconoscere il paradiso in terra nel quale nulla mancherebbe a nessuno, l’infinito .. cerca di conquistarlo.

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Perché in questi anni, mentre le grandi aziende, l’energia rinnovabile e le blockchain permettevano ai robot di crescere, anche io mi sono fatto le mie idee e sono cresciuto. Allora ho deciso di dire quello che ho pensato. Perché se in alcuni casi le mie previsioni sono state azzeccate, possiamo fare una riflessione in più per non esser presi alla sprovvista. Ti mando tanto amore, e grazie per aver letto fino alla fine! (è raro mantenere la concentrazione di questi tempi, tutta colpa del marketing!!!).

Le macchine e l’uomo: un futuro da scrivere insieme

Oggi la macchina sa fare conversazioni più intelligenti. Eppure, nonostante tutto, credo fermamente che l’intelligenza artificiale non possa sostituire ciò che ci rende umani. Abbiamo qualcosa che nessun algoritmo, nessuna macchina, nessuna linea di codice può mai replicare: il nostro spirito creativo, il nostro amore, il nostro desiderio di esplorare, la nostra capacità di meravigliarci davanti a un tramonto o di commuoverci ascoltando una canzone.

Le macchine possono imitare il linguaggio, possono elaborare miliardi di dati in un attimo, possono persino prevedere le nostre azioni prima che le facciamo. Ma non possono sentire. Non possono amare. Non possono creare dal nulla, come quando un bambino prende in mano una matita e inventa un mondo nuovo.

C’è una lezione importante che possiamo imparare da tutto questo. La tecnologia è uno strumento. È potente, sì, e spesso sorprendente. Ma resta uno strumento. Sta a noi decidere come usarla. Possiamo scegliere di lasciare che ci consumi, che ci sostituisca, che ci riduca a ingranaggi in una macchina più grande. Oppure possiamo scegliere di usarla per elevarci, per liberarci dai compiti monotoni e dedicarci a ciò che davvero conta: relazioni, idee, sogni.

Il futuro che voglio immaginare è un futuro in cui l’intelligenza artificiale non è la fine dell’uomo, ma una nuova opportunità. Un futuro in cui lavoriamo insieme, unendo la precisione della macchina alla passione dell’essere umano. Un futuro in cui non ci limitiamo a sopravvivere, ma torniamo a vivere, davvero.

Ecco perché scrivo. Perché credo che, in mezzo a questo caos digitale, sia importante ricordare chi siamo, da dove veniamo e cosa possiamo fare. Abbiamo creato le macchine, e possiamo scegliere di usarle per creare un mondo migliore.

Ti ringrazio davvero per essere arrivato fin qui. La tua attenzione è il dono più grande che puoi fare, soprattutto in un’epoca in cui ogni notifica cerca di strapparcela via. E se questo articolo ti ha fatto riflettere, anche solo per un momento, allora abbiamo già vinto.

Alla prossima, con la speranza di continuare insieme questo viaggio, umano e digitale. 🌟

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